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ADSR definizioni e impieghi

ADSR cos’è e a cosa si riferisce

L’inviluppo adsr è utilizzato nella fase di programmazione di patches (presets) di sintetizzatori virtuali o reali, di campionatori, plug-in e moduli out-board.

L’uso dell’adsr può riferirsi a molteplici aspetti della modulazione di inviluppo, comunemente si applica a volume e cut-off anche se, già continuando la lettura dell’articolo, vedrete che le potenzialità del modulo sono sconfinate.

Gli aspetti protagonisti del nostro articolo sono quindi l’ampiezza detta volume e la frequenza di taglio del filtro detta Cut-off nell’unità di tempo.

Quanto all’acronimo ADSR, questo origina dalle iniziali dei 4 parametri che lo costituiscono:

  1. Attack > Attacco
  2. Decay > Decadimento
  3. Sustain > Sostegno
  4. Release > Rilascio

Attacco, decadimento, sostegno e rilascio sono utilizzati nei sintetizzatori per modulare la riproduzione di una nota e ottenere espressione con movimenti più articolati.

Vediamoli nel dettaglio⇩

Adsr di volume

A t t a c c o

L’attacco è il tempo che trascorre dalla pressione della nota al suo massimo livello di ampiezza.

Un suono di tipo plucked (pizzicato) è caratterizzato da attacco veloce, cioè il tempo che trascorre dal momento dell’esecuzione della nota al raggiungimento della massima ampiezza è pressochè immediato.

Al contrario, un suono ensanble (insieme di archi orchestrali) ha attacco lungo, ossia trascorre un tempo maggiore dall’esecuzione della nota al raggiungimento della massima ampiezza, a livello percettivo suonerà come un fade-in.

D e c a d i m e n t o

Il decadimento è il tempo che intercorre tra il volume massimo raggiunto dall’attacco e il volume di sustain.

Tale parametro agisce sulla parte centrale dell’inviluppo e contribuisce alla percezione dinamica dei successivi parametri.

S o s t e g n o

Il sostegno si estende dalla fine del decadimento all’inizio del tempo di rilascio.

Esso contribuisce alla lunghezza dell’inviluppo, ossia rende percettibile la lunghezza di una nota fin quando decidiamo di tenerla premuta.

Nella programmazione midi di un suono di pianoforte ad esempio, il sostegno può essere utilizzato per rendere una nota maggiormente percettibile.

OCCHIO: non confondete il sostegno con l’effetto del note velocity !! Ve ne parlerò più avanti.

R i l a s c i o

Il rilascio interviene alla fine della pressione di un tasto, è utilizzato quindi per continuare a far suonare la nota fino al raggiungimento del silenzio nell’unità di tempo.

A livello pratico permette di creare una coda nei suoni, l’effetto sarà simile a quello di un fade-out.

ADSR inviluppo

Adsr di cut-off

Premessa: trattandosi di inviluppo che agisce su un filtro, vi ricordo che quest’ultimo può essere di tipo passa – alto o passa – basso quindi il comportamento dell’adsr dipenderà da questa impostazione.

A t t a c c o

L’attacco, in questo caso, è il tempo che trascorre dalla pressione del tasto al suo massimo o minimo valore di cut-off.

Ad esempio in Flat Beat di Mr.Oizo è stato utilizzato un attacco abbastanza lungo nel passa-basso del synth portante (bassline).

D e c a d i m e n t o

È il tempo che il cut-off impiega dal valore raggiunto con l’attacco al successivo valore di sostegno.

Anche in questo caso il parametro contribuisce alla percezione della lunghezza della nota, agisce però facendo aprire e chiudere il filtro piuttosto che alzare e abbassare il volume.

S o s t e g n o

Il sostegno contribuisce alla lunghezza dell’inviluppo del filtro, dalla fine del valore di decadimento all’istante in cui inizia il valore di rilascio. (fin quando il tasto rimane premuto)

In modo specifico contribuisce all’apertura o chiusura generale del filtro, spesso è utilizzato per “centrare” il range d’intervento dell’inviluppo.

R i l a s c i o

Infine, il rilascio è il tempo che il filtro impiega a concludere l’inviluppo.

Tale parametro permette di concludere il ciclo dell’invilippo di filtro in modo netto o graduale.

Perchè usare l’adsr

Con i 4 parametri che vi ho descritto è possibile “modellare” i suoni dando loro la dinamica e il “movimento” desiderati, ma non solo…

Spesso è usuale agire sull’adsr di un suono anche per farlo convivere con gli altri in un mix molto affollato o, per scolpire delle parti e renderle più interessanti, enfatizzando ad esempio gli attacchi oppure allungando i rilasci per amalgamare e legare meglio con le note successive.

Come accennato molti dischi sono caratterizzati dall’uso creativo di tali parametri e, oltre a Flat Beat di Mr. Oizo citato prima, ricordiamo i bassi di Mauro Picotto o di Alex CastelliEnjoy this Trip (la pasta).

Tra gli anni 90 e 2000 era infatti usuale ricorrere ad un attacco di filtro lungo per creare un effetto “gommoso” e pulsante del basso.

Un altro impiego dell’adsr è quello di umanizzare delle parti di piano o di altri strumenti che altrimenti risulterebbero fredde e meccaniche: automatizzando sostegno e rilascio si possono emulare (in parte) i pedali del pianoforte al fine di migliorarne l’espressione.

ADSR inviluppare praticamente tutto

Nei plugin più recenti come Serum della Xfer, le possibilità creative sono illimitate.

Nella fattispecie è possibile assegnare l’invilippo ADSR (ENV) a qualsiasi controllo del synth semplicemente usando un drag & drop dalla sezione ENV al potenziometro che si vuole modulare.

ADSR cut-off in serum

Quindi possiamo inviluppare:

  1. Pitch,
  2. Pan,
  3. Resonance,
  4. Detune,
  5. Drive
  6. etc etc …salute!!

“SPIPPOLARE PER CREDERE”

Inoltre potete vedere graficamente l’avanzamento dell’inviluppo ad ogni pressione della nota.

Sono disponibili 3 inviluppi ADSR tutti liberamente assegnabili a qualsiasi knob (potenziomentro) visibile nel sintetizzatore, e udite udite funzionano anche tutti e 3 insieme su più paramenti contemporanemente… La follia!!!

Tips and tricks

  • Volete trasformare un lead in un pad?

SI può FA RE, scusate il gioco di note, ecco come:

Allungate di molto l’attacco e il rilascio di volume e chiudete un po’ il cut off generale del synth.

  • Avete un bel suono ma è disturbato nella parte iniziale da un fastidioso TICK digitale?

È possibile rimuoverlo allungando leggermente l’attacco del vostro sample player (sampler di ableton, native instruments kontakt, ESX24 di Logic etc) simulando un micro fade-in.

  • Volete aumentare il dettaglio di un rullante?

Caricatelo dentro il vostro sample player e dategli un po’ di botta nel transiente iniziale settando attacco e decay veloci, sustain e release medio lunghi.

Questa cosa si può fare anche con dei plugin dedicati detti transient shaper o transient processor o, più semplicemente, settando opportuanamente un compressore

© 2019 RIPRODUZIONE RISERVATA

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